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Fabiana Musicco" La scelta di Albania e' disumana"

L'accordo negoziato tra l’Italia e l’Albania in materia di gestione dei flussi migratori, che prevede la costruzione, in territorio albanese, di due centri in cui trasferire e detenere persone soccorse in mare da navi militari italiane, calpesta ancora una volta il diritto di asilo. Queste misure non solo presentano diversi profili di illegalità, ma sono soprattutto disumane e difficilmente praticabili”. La denuncia viene da Refugees Welcome Italia.
Ancora una volta, “le persone migranti vengono considerate come merci”. “Con i suoi profili di dubbia legittimità e praticabilità, questo accordo vuole solo perseguire una strategia di disumanizzazione delle persone migranti, contribuendo a diffondere un messaggio all’opinione pubblica: le persone non devono spostarsi, non ne hanno diritto, non li vedrete qui. Anziché migliorare il sistema di accoglienza e puntare alla coesione sociale, si punta a criminalizzare le migrazioni”, sottolinea la direttrice di Refugees Welcome Italia, Fabiana Musicco.

 

Particolarmente preoccupante sono “la gestione extra-territoriale delle richieste di asilo e delle procedure di trattenimento e, in generale, l’applicabilità della giurisdizione italiana – e quindi delle leggi nazionali ed europee – in uno Stato al di fuori dell’Unione europea. I/le richiedenti asilo potrebbero essere sottoposti a detenzione automatica e prolungata e altre violazioni dei diritti umani, in un paese terzo e al di fuori di un effettivo controllo delle autorità giudiziarie italiane”.
Non è ancora chiaro, poi, “come l’Italia gestirà le richieste di asilo, come le persone migranti potranno accedere alla tutela legale da parte di avvocati italiani mentre sono in Albania e cosa succederà a coloro a cui non verrà riconosciuta la protezione internazionale attraverso una procedura accelerata di esame della domanda, in palese violazione delle norme interne ed europee che non prevedono procedure accelerate in frontiera al di fuori del territorio europeo.

precisato come avverranno i rimpatri, né chi se ne occuperà, considerando anche la mancanza di accordi di riammissione tra l’Albania e molti paesi di origine delle persone migranti. Non si comprende neppure quali saranno i criteri per “selezionare” le persone soccorse in mare dalle navi militari italiane, o per verificare l’età dei minori”.
Inoltre, “l’assegnazione automatica alle navi militari italiane di un porto distante limiterà ulteriormente le capacità di soccorso in mare e avrà ripercussioni sulla salute fisica e mentale delle persone soccorse, costrette a diversi giorni di navigazione, violando le norme che impongono lo sbarco nel porto sicuro più vicino”.
“Ribadiamo che occorre rimettere al centro la dignità e i diritti di ogni essere umano. Le migrazioni sono un fenomeno strutturale da governare adottando soluzioni concordate a livello europeo e basate sul rispetto del diritto internazionale e del diritto europeo. Chiediamo al governo italiano di rispettare i suoi obblighi in materia di asilo derivanti dal diritto internazionale ed europeo e chiediamo alla Commissione europea di vigilare affinché gli stati membri non violino l’insieme delle norme in materia di protezione internazionale”, conclude Refugees Welcome Italia.


Edith Bruck ha cambiato idea sul'immigrazione

Edith Bruck, scrittrice, poetessa e regista, 92 anni, sopravvissuta ad Auschwitz: lei ha cambiato idea sull’immigrazione, le sue dichiarazioni stanno aprendo un dibattito…
«Sì, è vero, ho cambiato idea dopo il massacro dei bambini a Kfar Aza. Per anni, in Italia, abbiamo accolto tutti coloro che arrivavano dal mare. Io stessa dicevo: poveretti, dobbiamo aiutarli. Ma adesso è molto diverso

 

l"Perche' l'antisemitismo sta attraversando la Palestina e l’intero mondo arabo. Sono totalmente avvelenati non solo contro Israele ma contro tutti gli ebrei. Hanno imparato e copiato dal nazismo le espressioni più atroci. Dicono: stermineremo tutti gli ebrei, li annienteremo fino all’ultimo. Sono le stesse frasi, esprimono la stessa volontà. Quindi stiamo accogliendo i nostri stessi nemici in casa. Ma vediamo cosa è accaduto in Francia? Quasi otto milioni di immigrati e sono loro i più antisemiti di tutti"

Adio Italia vado in Africa

Nel 2023, secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, i migranti sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno risultano essere poco più di 144.000. Nello stesso periodo del 2022 erano stati 85.000, contro i 53.000 del 2021. Di questo fenomeno ci siamo occupati in diversi episodi del podcast «Corriere Daily»; questa volta, invece, parleremo del fenomeno opposto: di coloro, cioè, che il nostro Paese scelgono di lasciarlo, dopo esserci nati oppure dopo averci vissuto da immigrati per diverso tempo, scegliendo come meta proprio l’Africa da dove sempre più persone decidono di fuggire per tentare la fortuna in Europa. A parlarne è Livia Grossi, giornalista che scrive di teatro sul Corriere della Sera e che sabato 4 novembre alle 19, presenta al 43esimo Festival internazionale «Jazz in Sardegna – European Jazz Expo» di Cagliari un suo lavoro intitolato Italia-Senegal. Emigrazione al contrario.

Trieste e Rijeka incontro culturale

La cordialita' del sidaco di Trieste, Roberto Dipiazza e i tanti progetti dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo, sono stati il collante di un incontro nel Salotto Azzurro del Municipio in P.zza dell’Unità d’Italia. È con orgoglio che il presidente dell’AFIM, Franco Papetti, ha presentato la delegazione dei Fiumani, dell’AFIM e della Comunità degli Italiani ribadendo che “il Sessantesimo Raduno dei Fiumani si svolge all’insegna del ritorno culturale nella città d’origine che dal 31 ottobre al 3 novembre mette in campo una serie di iniziative qualificanti”.
I Fiumani per questo nuovo inizio di collaborazione hanno scelto il veicolo della letteratura: tre gli autori tradotti in croato ed editi in cofanetto bilingue, negli ultimi anni. Enrico Morovich, Paolo Santarcangeli e Franco Vegliani come testimonial di un percorso di promozione a Fiume della cultura italiana locale, che si aggiungono all’attività che gli italiani autoctoni svolgono da sempre per tramandare il loro sentire, il dialetto, le tradizioni e lo spirito di una città che – come spesso succede – è unica nel suo genere.

chiede l’AFIM a Trieste? Un maggiore interesse e spazio di divulgazione delle iniziative di AFIM e CI nella città di Joyce e Svevo, ma anche di Pierantonio Quarantotti Gambini e Franco Giraldi. Ma soprattutto la città di Fulvio Tomizza che va riproposto e meglio conosciuto, “qui e dappertutto”, parafrasando un altro autore come Osvaldo Ramous che AFIM e CI auspicano di proporre come personaggio di punta del 2024.
Una storia che ci unisce
Che cosa risponde il sindaco Dipiazza? “Facciamo un evento congiunto pregnante, Trieste e Fiume, da proporre nella grande P.zza dell’Unità d’Italia per continuare il percorso dei Tre presidenti, per confermare i legami tra le due città asburgiche e ungheresi. Diamo spessore a una storia che ci accomuna”. Così come nelle parole di Andor Brakus, vicepresidente AFIM che ha ricordato i legami tra le famiglie di andati e rimasti e di Mauro Graziani a nome della Consiglio per la minoranza italiana della Regione litoraneo-montana che ha sottolineato l’importanza di costruire sulla solida base già esistente a Fiume grazie ai rapporti stretti iniziati agli inizi degli anni Novanta.

 

In FVG 150 minori stranieri non accompagnati

Sono 150 minori stranieri non accompagnati transitati negli spazi gestiti dalla cooperativa Santa Angela Merici tra Trieste e San Leonardo da gennaio 2022 a questo mese di ottobre. Il dato è stato fornito dagli operatori della struttura sita nella frazione di Zamir nel corso della visita effettuata da una delegazione di consiglieri regionali. Durante l’incontro è stato specificato che dei 153 minori, sono 60 quelli ancora attualmente in carico alla cooperativa.

Tra le cifre fornite nel corso della visita, spiccano i dati degli ingressi di minori stranieri non accompagnati a settembre scorso in Italia e in Friuli Venezia Giulia: 2435 sul suolo nazionale e 303 su quello regionale.

Ong Sos Humanity sponsorisata da Germania

SOS Humanity, una delle due ong tedesche finanziate quest'anno dal governo di Berlino creando attriti con Roma, ha sostenuto che non c'è base giuridica per costringerla a portare in Germania i migranti recuperati nel Mediterraneo.
"Non c'è alcuna base giuridica per la richiesta di portare le persone salvate in mare nello Stato di bandiera della nave soccorritrice.

 

Al contrario, sarebbe una violazione del diritto marittimo, che prescrive che le persone soccorse in mare siano portate a terra in un luogo sicuro vicino", ha sostenuto Lukas Kaldenhoff, Coordinatore della comunicazione "terra-mare" della Ong berlinese, rispondendo alla domanda posta dall'ANSA su quanto tempo la sua organizzazione sarebbe finanziariamente in grado di operare soccorrendo un singolo barcone di migranti per volta portandoli poi ad esempio ad Amburgo come chiesto dall'Italia.